Teatro

"Dance Machine", la danza internazionale arriva all'Arcimboldi

"Dance Machine", la danza internazionale arriva all'Arcimboldi

La danza internazionale è arrivata al Teatro Arcimboldi di Milano dal 21 al 23 maggio con “Dance Machine”, tre giorni di festival e concorso internazionale organizzati dal Mas, Music Arts Show, grande struttura milanese che progetta e produce danza, sotto la direzione generale di Daniele Luppino e la supervisione artistica di Elisa Guzzo Vaccarino.
Proprio per coniugare i temi dell’arte della danza, della competizione e dei concorsi che tanto attirano in questi ultimi tempi giovani ballerini in cerca di gloria, la manifestazione ha ospitato al Teatro degli Arcimboldi uno spettacolo, per la prima volta in Italia, intitolato “Le concours” e messo in scena dalla compagnia del “Ballet Bejart di Losanna”.

Balletto creato nel 1985 da Maurice Bejart, la coreografia racconta con molta ironia, ispirandosi alla forma del “giallo” alla Agata Christie, la storia di un omicidio consumato proprio durante lo svolgimento della serata di un grande concorso internazionale.
Una giovane ballerina viene assassinata durante le eliminazioni e la strana e contraddittoria personalità della vittima fa sorgere degli interrogativi, fino alla scoperta dell’assassino.
“Ho voluto rimontare questo balletto – ha spiegato Gil Roman coreografo ed ex ballerino di Bejart con il quale ha lavorato per più di trent’anni – per mostrare l’unità profonda che esiste tra la scuola e la compagnia attuale. Infatti a questa creazione partecipano anche gli allievi della scuola. Bejart, non amava molto i concorsi di danza, diceva che erano molto arbitrari e lui stesso non ha quasi mai partecipato a giurie perché non era convinto che questo fosse il modo giusto per scoprire veri talenti. Se sono rimasto fedele alla creazione originale? Lo spirito del balletto è cambiato, perché è cambiata la nostra società, sono cambiati i giovani d’oggi e dunque anche i ballerini. Oggi si pensa più al guadagno che al donarsi alla danza come succedeva ai nostri tempi. Bisogna credere nella verità del corpo e a ciò che si ha nel proprio cuore. In questo senso sento di essere rimasto fedele a Bejart perché la danza è azione, è ciò che succede in quel momento sulla scena, persino malgrado se stessi. La danza è una necessità dell’essere umano e l’insegnamento di Bejart non è di certo superato ma rimane attuale per la sua universalità”.

Durante il festival “Dance Machine” oltre al “Gala Prize” che si è concluso con la premiazione dei vincitori, è stato presentato il nuovo lavoro di Matteo Levaggi “Sherazade Club” creato per gli allievi del Mas e per alcuni danzatori ospiti del Balletto Teatro di Torino, nell’intento di creare un legame di ottimizzazione collaborativi tra il Mas milanese e la Lavanderia a Vapore torinese e anche tra allievi e professionisti.
Ospite della manifestazione anche la compagnia francese “Kafig” che con “Tricote” ha offerto un intelligente tributo alla Street Dance e all’Hip Hop. Tema: come si arriva all’audizione e allo spettacolo con una preparazione rigorosa.
Grazie al Concorso International Prize 2010 si è voluto inoltre offrire ai giovani artisti la possibilità di mettersi alla prova in presenza di autorevoli esperti del settore. La giuria del concorso era infatti presieduta dal direttore della Maison de la Danse de Lyon Guy Darmet ed era composta da Cristina Bozzolini, direttore artistico dell’Aterballetto, da Daniela Marcacci Ambrosoli, da Jean Claude Ciappara, da Loredana Furno direttore artistico del Balletto di Torino, da Pompea Santoro del Cullberg Ballet e da Alfio Agostani, critico di danza e direttore di Ballet 2000.